Testimonianze dal Mondo dell’Adozione 2: Manuel Bragonzi
Ringraziamo Manuel Antonio Bragonzi per aver partecipato al nostro incontro e per aver condiviso con noi emozioni e importanti riflessioni.
L’incontro con Manuel ci ha portati in una storia unica, dolorosa e drammatica, ma nella quale la bellezza ha avuto un ruolo fondamentale.
Ripensando a Manuel che ci racconta, il cuore partecipa a tutto.
Al dolore fisico di quella violenza, di quella vita abbrutita di colui che chiamava nonno, bruciata dagli stenti, dall’alcool, e infine da Manuel stesso.
Al dolore per la violenza brutale che porta via la mamma lasciando solo, un figlio di tre anni. Una donna che riesce comunque, in quel contesto, a trasmettere alla sua creatura talmente tanto amore, che sarà sufficiente a salvargli la vita dalla cattiveria e dal male.
Il ritratto di mamita Isabel è per Manuel un ricordo straziante e doloroso ma prezioso e pieno di tutto quell’amore che lei ha lasciato nel suo piccolo grande cuore.
La bellezza riprende la vita di Manuel, quando incidentalmente incendia la casa e scappa. Si ferma a guardare da lontano il villaggio con la casa in fiamme e nella purezza dei suoi occhi, vede la bellezza di un fuoco nella notte.
In quel momento la sua piccola vita ricomincia, partendo da ciò che non può sapersi spiegare un bambino di cinque anni, partendo da un fuoco nella notte che si riflette nella luce dei suoi occhi.
Si rifugia nel bosco di eucalipti.
Manuel scappa da una impossibile esistenza, e si rifugia nel bosco che lo include nel suo ecosistema, lui ne diventa parte, percepisce un senso di fusione profonda con la natura, cammina guardando il cielo tra le chiome degli alberi, si nutre di bellezza. Il bosco lo contiene, lo protegge, lo nutre, come una madre con il proprio figlio. È un luogo di silenzio, ma non di solitudine, è vicinanza discreta, è spazio, è tempo, è cura. Manuel sa riconoscere la bellezza perché nella sua breve vita con la madre ne aveva fatto esperienza. È solo ma ritrova se stesso, pur essendo così piccolo, riesce a fare un percorso di consapevolezza su chi è e sul suo posto nel mondo. La sua vita è importante e fa parte della bellezza del mondo.
Dal bosco Manuel viene portato in orfanotrofio e da lì adottato da due genitori italiani. La storia dell’adozione è la parte che ci riguarda di più come associazione. Toccante il suo racconto con l’immagine del primo incontro con i genitori, i loro occhi spalancati di meraviglia su di lui e il suo (“io dissi di si…”) abbandonarsi in un abbraccio di cui aveva un disperato bisogno, il suo ritornare emotivamente indietro e recuperare tutto il contatto necessario, riprendersi una infanzia negata da esperienze che lo avevano fatto crescere troppo in fretta. Il cercare dai genitori quello sguardo esclusivo su di sé.
Un’altro momento importante è stato il prendere consapevolezza che stava lasciando la sua terra, guardandola allontanarsi e sparire dal finestrino dell’aereo. L’adozione comporta spesso anche questo tipo di sradicamento, la separazione anche dai propri luoghi.
Manuel si sente orgogliosamente cileno ed ha sempre difeso questa appartenenza.
Grazie Manuel, grazie alla tua voce di figlio che, per aver fatto un grande percorso personale, si mette a disposizione del mondo dell’adozione, prende per mano e guida figli nel loro cammino di ricerca di se stessi,
e genitori che hanno bisogno di sapere tanto dei sentimenti e pensieri che fanno parte della vita dei loro meravigliosi figli.
Tanti spunti di riflessione anche dagli interventi :
Il dolore del lutto è diverso dal dolore dell’abbandono. I genitori devono accompagnare, camminare al fianco del figlio reale senza cercare di sovrapporre le aspettative del figlio ideale. La gratitudine verso la madre. L’attesa vissuta dai figli.
Grazie perché ci hai donato emozioni, una parte importante della tua storia, e ci hai lasciato davvero tanto.
Cinzia Rogante